Marco Baccin


Marco Baccin
Nato a Roma nel 1949. Nel 1975 entra nella carriera diplomatica e rivesta oggi la carica di Ministro Plenipotenziario.

Si è occupato di questioni consolari politiche ed economiche ed ha ricoperto incarichi diplomatici in Francia, Spagna ed America Latina.

E’ stato capo della Segreteria del Sottosegretario di Stato Umberto Ranieri e Consigliere Diplomatico del Sindaco di Roma Walter Veltroni.

Attualmente è il Capo di Gabinetto del Vice Ministro degli Affari Esteri Patrizia Sentinelli.

E’ autore di numerosi articoli e pubblicazioni su temi di politica estera.

L'attività in Uruguay in difesa dei diritti umani

Marco Baccin dal 1983 al 1986 presta servizio come Consigliere Politico dell’Ambasciata Italiana a Montevideo e nel 1983 al 1984, in assenza di un Ambasciatore, svolge le funzioni di Incaricato d’Affari nel delicato periodo della transizione tra il regime militare e la democrazia.

Si impegna attivamente per la difesa dei diritti umani e per la liberazione dei detenuti politici in particolare quelli di origine italiana. In collegamento con le forze sindacali e politiche italiane attive nel settore dei diritti umani svolge una intensa attività nei confronti del governo uruguaiano e del supremo tribunale militare per ottenere la liberazione di dirigenti sindacali (Rosario Pietraroia, Sela Braselli, ecc.) e politici (il matematico Massera, il generale Seregni, ecc.)

Crea, con il supporto dell’Ambasciata, una rete di assistenza e solidarietà per i detenuti politici (a cui vengono effettuate visite consolari e fornita assistenza legale e sanitarie) e le loro famiglie (mediante sussidi, assistenza scolastica, ecc.)

Favorisce, mediante anche il conferimento della cittadinanza italiana, il rimpatrio di esuli uruguaiani.

Fornisce sostegno politico e materiale alle forze politiche democratiche uruguaiane.

¡Muchas gracias, compañero!

Palabras del Embajador de Uruguay, Carlos Abin

"Marco visitó a los presos en la mazmorras de la dictadura, y empujó y convenció a otros diplomáticos –aún de mayor rango- a acompañarlo y participar de esa tarea humanitaria y necesaria.

Marco abrio las puertas de la embajada de Italia –en un momento en que casi todas las puertas estaban cerradas- y acogió en ese espacio fraterno a familiares y amigos de los perseguidos. Marco escuchó, cuando muchos oidos estaban clausurados por el temor; utilizó al máximo las posibilidades de la diplomacia para indagar, presionar, negociar; Marco habló, ayudó y consoló a mucha gente."
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Roma, 20 de Junio de 2007