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26.9.2000 - Luis Allega

Stato

Presidente: MARIO D'ANDRIA
Giudice a Latere: STEFANO PETITTI
Pubblico Ministero: FRANCESCO CAPORALE
Cancelleria: ORIETTA CALIANDRO

UDIENZA DEL 26.9.2000
Esame del teste: LUIS ALLEGA




PRESIDENTE: Allora, gli imputati RIVEROS e MASON già contumaci difesi entrambi da... chi c'è, l'Avvocato Scialla è presente?

VOCI: (in sottofondo).

PRESIDENTE: e anche Strillacci? Allora, Strillacci per RIVEROS e Scialla per MASON, cioè Strillacci per gli altri imputati e per i primi due l'Avvocato Scialla. Per le Parti Civili abbiamo l'Avvocato Gentili.

AVV. GENTILI: Avvocato Gentili, anche in sostituzione...

PRESIDENTE: dell'Avvocato Maniga.

AVV. GENTILI: ...degli Avvocati Maniga e Mattioda, per le Regioni EMILIA e PIEMONTE e per le parti sindacali che sono intervenute.

PRESIDENTE: Avvocato De Figuereido per l'Avvocatura dello Stato.

AVV.DE FIGUE.: Presidenza del Consiglio, sì Presidente, grazie.

PRESIDENTE: Presidenza...

AVV. SESTU: Avvocato Sestu per la Regione SARDEGNA, in sostituzione dell'Avvocato Cogodi sino a quando arriverà.

PRESIDENTE: allora, anziché Scialla c'è l'Avvocato Masini. Facciamo entrare il primo dei testi.

AVV.DE FIGUE.: Presidente, io non so se il primo dei testi è il mio, quale sarebbe da chiamare? Perché questa Difesa avrebbe da fare prima che vengano introdotti i testi...

PRESIDENTE: sì.

AVV.DE FIGUE.: ...avrebbe da fare un deposito e una richiesta alla Corte.

PRESIDENTE: eh, faccia, rapidamente.

AVV.DE FIGUE.: la prima è la Presidente del Consiglio, deposita in continuazione direi di esecuzione di quella autorizzazione che venne data dalla Corte in relazione alle videoregistrazioni che sono state... della causa tredici che sono state depositate presso il Parlamento norvegese, questa Difesa deposita sei cassette accompagnate in questo plico dalle dichiarazioni di autenticità, certificate e in copia conforme dall'Ambasciata di ITALIA a OSLO e dal Parlamento norvegese delle autenticità delle cassette. Le cassette sono numerate e timbrate, e portano... e sono le cassette numero... della raccolta delle 174, 38, 43, 59, 87, 88 e 174, per quello che riguarda il deposito. Poi questa Difesa in proprio come Presidenza del Consiglio e a nome anche dei colleghi che, patroni di tutte le altre Parti Civili, avanza queste richieste: queste cassette, come loro ben sanno, sono registrazioni di parti del processo che si concluse con la Sentenza che è stata depositata dalla Presidenza del Consiglio e sono quei due volumi che sono stati allegati nel nostro fascicolo; Sentenza e processo che vennero redatti e seguiti da due dei testi che oggi sono fuori dell'Aula e cioè del Dottor D'ALESSIO e del Dottor TORLASCO. Questa Difesa, e gli altri colleghi che si sono associati a questa Difesa in questa richiesta, gradirebbe e richiede alla Corte che non ve... non di far ascoltare le cassette ma che al termine della deposizione che faranno... che farà ciascuno di questi testi, sia possibile mostrare per brevissimi spezzoni, secondi, un minuto per ciascuno o per ogni cassetta, il che porterà via al massimo in tutto un quarto d'ora tra tutti e due i testi, queste cassette perché questa Eccellentissima Corte possa avere l'accertamento dell'autenticità di queste cassette o meglio dell'autenticità e del collegame... di ciò che è in esse contenuto, di ciò che in esse è contenuto in quanto erano presenti e protagonisti principali in quanto Giudici di quella Corte, i due testi i quali potranno assicurare la Corte che ciò che è contenuto in quelle cassette è effettivamente il dibattimento del processo che si concluse con la Sentenza che è in atti. E questa è la prima richiesta. Siccome, come peraltro io ho personalmente avuto modo di impegnarmi con questa Corte, questa Difesa e i colleghi che a questa Difesa si sono associati nella richiesta, non ha alcuna intenzione, non ha alcuna intenzione di caricare codesta Corte con l'ascolto di tutte le cassette a suo tempo e naturalmente delle altre 174, siamo scesi a cinque... sei, io... questa Difesa chiede l'autorizzazione a effettuare un montaggio di ciò che è contenuto, delle parti più rilevanti di queste cinque cassette per una durata massima di due ore. Il che se si pensa che le cassette nella loro interezza sono tutte interessanti e riguardano elementi di responsabilità almeno a nostro avviso di imputati in questo Processo, chiede - e questa è la seconda richiesta - di essere autorizzato a effettuare perché venga mostrata alla Corte un montaggio della durata del massimo di due ore. E questa è la seconda richiesta. L'ultima richiesta è che la Corte disponga e il tempo c'è a nostro avviso, mio e di tutti i colleghi come ho detto prima, la traduzione e trascrizione prima della fine del dibattimento, quindi abbiamo oltre un mese e mezzo di tempo invece, delle cinque cassette; dico cinque benché le cassette siano sei perché l'ultima, la numero 174 ha in realtà una durata di dodici minuti e contiene esclusivamente la lettura del dispositivo a suo tempo letto dai Giudici di quei due, loro... potranno ascoltarli oggi, il dispositivo della Sentenza della causa tredici nei confronti di tutti gli imputati. Quindi in realtà le cassette sono cinque e non sono sei, è per completezza che questa Difesa ha ritenuto di... Ecco, quindi io... se la Corte ha bisogno di chiarimenti io sono a disposizione, credo di non... di essere stato chiaro nelle mie richieste, ma siccome questa Difesa tiene molto a queste richieste, se fosse necessario sono a disposizione. Grazie.

PRESIDENTE: il Pubblico Ministero su queste richieste?

P.M.: il Pubblico Ministero si associa decisamente alla richiesta di Parte Civile, ritengo che la visione di queste cassette sia estremamente utile ai fini del decidere, non penso che possa in alcun modo essere invocata una causa di incompatibilità ai sensi dell'art. 197 lettera d), codice di procedura penale, né per quello che riguarda la visione della cassetta, né per quello che riguarda l'audizione dei testi della Parte Civile, del resto già ammessa dalla Corte di Assise. I fatti sono certamente quelli in senso lato di cui ci occupiamo, ma gli imputati no, quindi non si può parlare di medesimo procedimento, così come l'art. 197 lettera d), codice di procedura penale, prevede per le ipotesi di incompatibilità con l'Ufficio di testimone.

PRESIDENTE: delle Parti Civili, l'Avvocato Gentili?

AVV. GENTILI: Avvocato Gentili, Difensore di Parte Civile. L'Avvocato dello Stato ha già detto che la sua richiesta all'adesione è piena, almeno delle Parti e dei Difensori che io qui questa mattina rappresento. Dico che il materiale è di una estrema rilevanza probatoria, hanno sentito per esempio il teste STRASSERA proprio alla scorsa udienza sul medesimo oggetto, cioè il contenuto delle risultanze probatorie del processo a carico della Giunta. Si tratta di acquisire dei brani essenziali del dibattimento e non solo la Sentenza che già è stata acquisita da questa Corte; quindi una integrazione di quanto è già stato acquisito, è già allo studio della Corte. Mi permetto di insistere sull'ultima domanda, cioè quella della trascrizione e se il collega mi consente, della traduzione di tutte e cinque le cassette utili, in modo che per il momento della discussione del Processo si abbia un materiale chiaro per citazioni e per confronti dialettici delle Parti. Grazie.

AVV.DE FIGUE.: Presidente, scusi, mi sono scordato una cosa, per correttezza devo dirla, la cassetta numero 38, questo è materiale che con una certa difficoltà siamo riusciti a recuperare tra le 174 in poco tempo. Nell'effettuare una visione della cassetta, della prima cassetta, la numero 38, mi sono accorto che alcune parti non... il video non è chiaro. L'Avvocatura ha già interessato l'Ambasciata di OSLO perché interessasse l'Amministrazione del Parlamento norvegese perché facesse pervenire con eguale dichiarazione di autenticità, una seconda, un'altra e nuova copia che se perverrà, questa Difesa porterà in sostituzione di quella analoga; lo dico perché altrimenti la Corte si può trovare domani una nuova... e invece c'è questo problema, ci sono delle parti che non sono ben chiare. Solo questo, grazie.

PRESIDENTE: gli altri Difensori si associano? Sì. La Corte si riserva...

VOCE: (in sottofondo).

PRESIDENTE: ah, chiedo scusa, i Difensori degli imputati prego!

AVV. MASINI: Signor Presidente, Signor Giudici, io volevo innanzi tutto chiedere una cosa, volevo fare una istanza per poter vedere tutte e sei le cassette prima di potermi pronunciare. Non credo che mi si possa negare questo diritto, perché io devo rendermi conto per poter esprimere un giudizio di quello che si tratta. Nel caso in cui poi questa mia richiesta non venisse accolta, cioè questa preliminare richiesta rispetto proprio alla possibilità di acquisire, cioè prima di poter dire e dare un mio consenso voglio poter vedere tutte e sei le cassette. Se nel caso io questa rispo... cioè nel caso in cui questa risposta fosse negativa a questa mia istanza, io esprimo questo dubbio: non ho potuto vedere queste cassette, non so perfettamente il contenuto, qual è la norma che si può applicare a queste cassette; molto brevemente e molto affrettatamente ho cercato di capire quale fosse, e probabilmente dovrebbe essere l'art. 78 di attuazione della norma del codice di procedura penale e l'art. 238 del codice di procedura penale. Cioè l'art. 78 parla di acquisizione di atti di un procedimento penale straniero, l'art. 238 verbale di prove e di altri procedimenti. Il comma quindi di questo art. 238 stabilisce che la Difesa ha diritto di ottenere l'esame delle persone le cui dichiarazioni sono contenute in questi verbali oppure in queste cassette. A questo punto nel caso in in cui la Corte intendesse acquisire queste cassette, io faccio formale richiesta proprio ai sensi dell'art. 238 del codice di procedura penale, di poter sentire tutte queste persone che nelle cassette hanno reso delle dichiarazioni.

AVV.STRILLAC.: Presidente, solo un'aggiunta, chiaramente mi associo alle richieste del collega; inoltre questa Difesa si oppone alla prospettiva del montaggio e di riduzione, quindi da sei cassette ad una, in quanto a questo punto risulterebbe del tutto inutile e comunque potrebbe indirizzare in un verso o nell'altro facendo la registrazione solo di un tratto e non di altri che invece potrebbero essere ambedue utili per la Difesa o per comunque l'applicazione della Sentenza finale. Grazie.

PRESIDENTE: va bene, la Corte si riserva di decidere. Sentiamo i primi testi del Pubblico Ministero e come ultimi, se rimane tempo, quelli che sarebbero interessati alla visione di queste cassette.

P.M.: sì, il Pubblico Ministero ha solo un teste.

PRESIDENTE: sentiamo questo teste.

P.M.: LUIS ALLEGA.

PRESIDENTE: sì.

VOCI: (in sottofondo).

ESAME DEL TESTE ALLEGA LUIS FEDERICO.-

PRESIDENTE: parla italiano, vero?

ALLEGA L. F.: sì.

PRESIDENTE: si può accomodare. Se può leggere quella dichiarazione.

ALLEGA L. F.: (assolta formula di rito).

PRESIDENTE: le sue generalità per favore.

ALLEGA L. F.: LUIS FEDERICO ALLEGA.

PRESIDENTE: nato quando e dove?

ALLEGA L. F.: 30 novembre del 1952, a BUENOS AIRES.

PRESIDENTE: e residente?

ALLEGA L. F.: a VERONA.

PRESIDENTE: in via?

ALLEGA L. F.: VIA CASE SPARSE GROLETTE, 13 SANT'AMBROGIO DI VAL POLICELLA.

PRESIDENTE: può rispondere al Pubblico Ministero!

P.M.: Signor ALLEGA, lei il 13 giugno del '77 aveva venticinque anni, venne sequestrato.

ALLEGA L. F.: sì.

P.M.: vorrei che raccontasse...

ALLEGA L. F.: tra il 13 e il 14 giugno alla notte, alle 2:00 del mattino più o meno.

P.M.: come è avvenuto questo sequestro?

ALLEGA L. F.: allora, tra il 13 e il 14 per cui l'ora esatta non la so, abbiamo sentito dei rumori, hanno... c'erano delle persone che hanno spaccato la porta di ingresso della casa dei miei genitori, che io abitavo insieme con loro, e entrano... nella mia stanza sono entrati tre di loro, altri due/tre sono entrati nella stanza dei miei genitori; e a me mi hanno preso e mi hanno puntato un'arma, loro erano a volto coperto, almeno uno di loro, e hanno cominciato a... a spaccare tutto quello che c'era a casa, hanno cominciato a prendere delle cose e cercavano se c'erano delle armi o delle carte, e mi hanno portato via la TV, soldi e documenti. E per ultimo uno di loro mi fa vedere delle carte che loro mettevano in un cassetto della mia stanza, che erano di segni di armi. Dopo di farmi vedere questo mi hanno messo una cappuccia in testa, mi hanno portato fuori, che c'erano tre macchine parcheggiate fuori, e in una di queste macchine mi mettono a faccia in giù dentro, tra il sedile davanti e il sedile dietro, puntandomi con una pistola alla testa e partono, partono dalla casa.

P.M.: lei all'epoca era studente di Ingegneria a BUENOS AIRES, all'università.

ALLEGA L. F.: sì, io studiavo Ingegneria e ero al quinto anno di Ingegneria all'università di BUENOS AIRES.

P.M.: svolgeva attività politica?

ALLEGA L. F.: e... no, io e come se... cioè l'attività politica capita come partitaria no; io insegnavo al mattino una scuola che insegnavo Matematica, il pomeriggio ero studente in università e formavo parte di... non c'erano più sindacati perché era tutto... diciamo che erano saliti i militari al Governo e diciamo non si poteva fare nessuna attività né sindacale e né politica. Però avevamo noi creato una specie di coordinamento per sapere cosa succedeva in altre scuole, nelle università, perché scompariva gente e... insegnati, alunni, c'erano i militari che venivano una volta a settimana a chiedere se c'era qualcuno che parlava di politica o che faceva qualsiasi commento politico. Allora noi avevamo creato una specie di coordinamento che... dove tutte le settimane ci raccontavamo, non so, se c'era qualcuno che era stato sequestrato o qualcuno era morto... E non so, una settimana... un paio di settimane prima per esempio c'era stato... avevano sparato davanti alle scuole al Professore di Educazione Fisica. Cioè così che era, lavoravamo con questa forma, sì questa era la nostra attività in quel momento.

P.M.: lei ha un fratello, JORGE...

ALLEGA L. F.: sì.

P.M.: ...che sentiremo dopo, anche lui è stato sequestrato.

ALLEGA L. F.: sì.

P.M.: è stato sequestrato prima o dopo di lei?

ALLEGA L. F.: è stato sequestrato prima di me, più o meno una settimana prima, lui sul posto di lavoro e.. cioè io... mi hanno chiamato dal posto di lavoro dicendomi che c'era stato un operativo, hanno chiamato a casa e noi siamo andati lì; allora i vicini ci hanno raccontato che i militari lì, in quel caso lì, fuori della fabbrica dove lui lavorava c'erano delle macchine militari e all'interno erano entrati invece in borghese, e... il sequestro. Però ci raccontavano che avevano chiuso tutto l'isolato e erano entrati, avevano sequestrato mio fratello.

P.M.: l'ho interrotta prima nel suo racconto quando diceva di essere stato incappucciato, buttato dentro una macchina e portato in un centro clandestino. In quale centro clandestino fu portato?

ALLEGA L. F.: allora, tutte queste cose che io dico sono cose che ho saputo dopo se... dopo di fare tante ricerche, no, e in quel momento ovviamente io non sapevo dove l'ho portato. E sono stato portato a un centro che loro chiamavano "EL ATLETICO" o "EL GARDIN", "IL GIARDINO".

P.M.: sarebbe il "CLUB ATLETICO".

ALLEGA L. F.: "CLUB ATLETICO" o "EL GARDIN", erano i nomi che gli davano loro.

P.M.: all'interno del "CLUB ATLETICO" ha conosciuto MARIO VILLANI?

ALLEGA L. F.: no.

P.M.: no.

ALLEGA L. F.: è nel periodo che io sono stato al "CLUB ATLETICO" ho conosciuto altre persone e diciamo da... sequestrati e altre persone anche tra i sequestratori; diciamo tra i sequestrati per esempio posso fare nomi: GUSTAVO GROVA, NICOLIA... GRAZIELLA NICOLIA (o simile), LILIANA FONTANA, PEDRO SANDOVAL (o simile), persone che oggi sono scomparse. E lì ho visto anche, visto un po' dietro, perché noi sempre lì dentro eravamo con gli occhi chiusi o se ci tenevano con una fascia sugli occhi e però in una delle... dopo una delle sezioni di tortura sono stato insieme anche con mio fratello che era molto... molto ferito già in quel momento e aveva anche un taglio alla gamba, era molto ferito.

P.M.: lei è stato ristretto solo al "CLUB ATLETICO"?

ALLEGA L. F.: io sono stato solo fino al 9 luglio e solo nel "CLUB ATLETICO" sequestrato.

P.M.: che tipo di tortura ha subìto?

ALLEGA L. F.: allora, la prima tortura diciamo subito all'ingresso, era la perdita di identità e... perché a partire dal momento che ci hanno scaricato dalla macchina, mi hanno detto: "a partire da adesso tu, il tuo nome sarà una lettera e un numero"; e il mio caso era K e il numero già non ricordo più se era 5 o 7, un numero di quelli, e in più dovevo ricordare sempre il numero del lucchetto, della chiave del lucchetto che apriva le catene dei piedi e delle mani, perché noi lì dentro siamo stati sempre incappucciati e con le caviglie legate con una catena, e le mani legate con un'altra catena e un lucchetto. Così, che la prima tortura è stata che io non dovevo mai dimenticare quei tre numeri. A partire da lì le prime sezioni sono state subito le torture con... con l'elettricità, quella che loro chiamavano la "picana" elettrica e mi hanno tirati via tutti i vestiti, legato su un... su un letto metallico, mi hanno cominciato a torturare con l'elettricità. E... cioè dopo, altri tipi di tortura sì, sono stato picchiato, sono stato... mi hanno fatto delle punture di sostanze chimiche che non so cosa... non so cosa sono, una volta hanno fatto un esperimento di riempirmi tutto il petto di aghi e passare la "picana" elettrica sugli aghi e vedere se veniva il sangue fuori, cioè torture di... diversi tipi di torture, anche lasciarmi legato a letto per una notte intera o ribaltare il letto e che io rimanessi legato a queste corde tutta la notte, cioè in quel senso. E soprattutto sentire anche le torture che facevano agli altri quando non ero... era una cosa... cioè ventiquattro ore al giorno si torturava, cioè una cosa...

P.M.: lei è in grado di dire, se se ne è potuto rendere conto all'epoca, se ci fosse un ricambio di prigionieri all'interno di questo campo?

ALLEGA L. F.: sì, il ricambio era... io sono stato, ho portato con me dopo una fotografia dell'ingresso della palazzina, perché quella palazzina dopo è stata demolita, cosicché una fotografia molto vecchia, una copia molto vecchia, e in più un disegno della pianta del campo. Io sono stato i primi giorni in un posto che loro chiamavano "LEONERA", che era una stanza dove eravamo quasi tutti insieme, però legati... diciamo c'erano muri piccoli, di un metro, un metro e un metro, tutti piccoli muretti, e lì c'erano dei ganci al muro e ci tenevano attaccati al muro. Però dopo son passato alla cella numero due, che era molto vicina all'ingresso, cosicché di una parte ho seguito l'interro... cioè le torture degli altri, ma di un'altra riuscivo a capire quando entrava gente, quando usciva. Cosicché per quel dato e in più per il dato delle lettere e i numeri, cioè la... l'ingresso di gente poteva essere una media di dieci persone al giorno, ma c'erano dei giorni che entravano venti/trenta persone, a volte succedeva che dopo un paio di giorni erano portati via. Cioè il movimento era molto, molto, molto frequente, soprattutto di notte, no.

P.M.: poi avvenivano questi che vengono chiamati i "traslados"...

ALLEGA L. F.: sì.

P.M.: ...questi trasferimenti. Lei sentì parlare di questi trasferimenti e in che termini vi veniva detto che sarebbero avvenuti questi trasferimenti?

ALLEGA L. F.: allora, nel periodo che io sono stato sequestrato è successo un traslado e in questo traslado sono andati due dei miei migliori amici, che era una coppia di insegnanti anche loro. E più o meno una decina di giorni che io ero lì, ho sentito che quella giornata lì ci hanno chiusi... noi eravamo sempre chiusi, però sempre c'era qualcuno che era fuori perché, non so, lasciavano... qualche prigioniero lo lasciavano fuori per pulire. E allora quel giorno lì ci hanno chiusi a tutti in cella e hanno cominciato a dire che un gruppo doveva passare a disposizione del Potere Esecutivo, vuol dire passare a disposizione del PEN e che sarebbero stati inviati a un Penale, a un carcere nel sud dell'ARGENTINA, che allora queste persone elette per... scelte per questo passaggio li facevano... prima dovevano farsi una bella doccia, gli tiravano via tutti i vestiti e gli dovevano fare anche una puntura perché, come li portavano in aereo, non dovevano soffrire il mal di mare perché se no... ovviamente noi eravamo così malmessi fisicamente perché il mangiare era minimo, che loro dicevano: "vi sentirete male". Così hanno fatto uscire a questo gruppo e li hanno preparati per questo viaggio. E questo amico mio che era GUSTAVO GROVA e GRAZIELLA NICOLIA, lui ha cominciato a piangere e a chiedere che portassero anche a me in questo gruppo. E lui è stato particolarmente torturato per questa richiesta, perché lui diceva... a lui gli dicevano: "ma guarda, devi stare contento perché stai partendo verso la libertà" e lui diceva: "sì, però rimane il mio amico, rimane qua e io vorrei che venga con me"; e lo hanno torturato selvaggiamente quel giorno lì. Dopo gli hanno fatto... dopo la puntura hanno cominciato a farli cantare, dicevano: "voi dovete essere felici, perché voi state partendo verso la libertà, dovete essere felici" e allora li hanno fatti cantare e sono partiti fuori, sono usciti e questo era... le dicevano: "stiamo traslanando al carcere penal... carcere nel sud nell'ARGENTINA" cosa che anche per me che ero all'interno pensavo che era certo e penso che tutti quelli che sono usciti, credevano che era... che andavano verso la libertà, ossia la libertà di quel posto lì no?

P.M.: ovviamente sono rimasti tutti "Desaparecidos"?

ALLEGA L. F.: sì, sì, perché io quando sono uscito, subito sono andato alla famiglia a dir... se sapevano già dove era andato in che carcere c'era GUSTAVO mi hanno detto: "noi non ne sappiamo niente"; e dopo abbiamo capito per altre testimonianze e dopo alla fine per le testimonianze dei corpi che si trovavano sul fiume o degli stessi militari che alla fine qualcuno ha detto: "è vero i ...".

P.M.: senta lei ha detto prima che ovviamente ha potuto capire di essere stato internato al "CLUB ATLETICO" solo...

ALLEGA L. F.: sì.

P.M.: ...a posteriori.

ALLEGA L. F.: sì.

P.M.: perché quando vi è stato portato era incappucciato e bendato...

ALLEGA L. F.: sì.

P.M.: ...e poi ovviamente all'epoca non si conosceva l'ubicazione di questi centri clandestini.

ALLEGA L. F.: sì.

P.M.: come è avvenuto poi da parte sua il riconoscimento del...

ALLEGA L. F.: il riconoscimento...

P.M.: ..."CLUB ATLETICO"?

ALLEGA L. F.: ...è avvenuto quasi verso la fine dell'anno e cioè, io sapevo più o meno, cioè mi ero orientato dentro la macchina più o meno che era al centro di BUENOS AIRES solo quello, però io ero all'università a duecento metri più o meno dove era questo campo e fine del '77 è stato demolito questa palazzina, per fare passo all'autostrada e sono rimasti nello scavo e cioè quando hanno demolito la palazzina è rimasto nello scavo il disegno del campo, perché erano rimasti tutti i muri, ossia nell'interrato erano rimasti disegnati tutti i muri di come era...

P.M.: la pianta dell'edificio.

ALLEGA L. F.: ...la pianta nuova, cioè la pianta fatta per il campo che non era la pianta originale, se no...

P.M.: sì.

ALLEGA L. F.: ...tutti questi muretti a un metro, un metro...

P.M.: sì...

ALLEGA L. F.: ...erano...

P.M.: ...come venivano...

ALLEGA L. F.: ...solamente disegnati...

P.M.: ...chiamate le... cucce, qualcosa del genere?

ALLEGA L. F.: e loro chiamavano sì, una parte era il "LEONERA" e un'altra parte le celle, ma si vedeva esattamente il disegno del campo; invece il nome no, il nome l'ho saputo dopo, più avanti per esempio attraverso il mio fratello che aveva visto delle carte intestate che usavano dentro il campo quando ci prendevano delle dichiarazioni che sopra diceva "CLUB ATLETICO".

P.M.: lei quanto tempo è rimasto internato?

ALLEGA L. F.: io sono rimasto da 13, 14 giugno, fino al 9 luglio.

P.M.: e suo fratello invece?

ALLEGA L. F.: invece mio fratello è rimasto fino a penso più o meno, 9, 10 luglio, però dell'anno seguente, del '78.

P.M.: dell'anno seguente. Suo fratello è passato attraverso più centri clandestini.

ALLEGA L. F.: e mio fratello è passato attraverso parecchi centri, sì.

P.M.: quindi è suo fratello che è stato internato insieme a MARIO VILLANI anche.

ALLEGA L. F.: a MARIO VILLANI altre... sì, altre persone.

P.M.: come è avvenuta la sua liberazione?

ALLEGA L. F.: la mia?

P.M.: sì.

ALLEGA L. F.: la mia liberazione è avvenuta una notte mi hanno... hanno aperto la cella mi hanno preso e mi hanno detto: "abbiamo deciso che per te è finita ti portiamo a... fuori, ti mettiamo contro un muro e ti spariamo, perché abbiamo deciso che sei colpevole e ti dobbiamo uccidere"; e mi hanno portato insieme con un altro ragazzo, fuori incappucciato dentro un... nel cofano di una macchina, ci hanno tirato fuori cont... ci hanno messo contro un muro di... di una palazzina e ci hanno detto giratevi che vi spariamo e dopo invece sono partiti e ci hanno lasciati lì. Quella palazzina era l'Ospedale Psichiatrico di BUENOS AIRES e ci hanno lasciati in mutande tutti e due, insaguinati, capelli lunghi lì e cosicché la prima persona che è passata subito ha chiamato la Polizia, pensando che erano due che erano scappati dell'Ospedale Psichiatrico.

P.M.: lei adesso vive in ITALIA, ha famiglia in ITALIA e lavora in ITALIA, da quanto tempo è in ITALIA?

ALLEGA L. F.: allora e questo è un punto per me dolente, io sono in ITALIA dall'89, fine dell'89, perché io sono rimasto in ARGENTINA da che sono uscito dal campo, non ho voluto fare né il rifugiato politico, non ho voluto fare niente, perché volevo che si chiarisse non tanto per me, se non per le persone che io ho visto scomparire dentro quel campo, cioè per me quello che io l'ho visto dentro quel campo, è qualcosa che mi ha segnato a vita e sono rimasto fino a che c'è stato l'indulto in ARGENTINA, per tutti questi assassini. Allora con mia moglie, mia moglie abbiamo deciso siccome io ho la doppia cittadinanza, di venire in ITALIA anche se non... non avevamo delle conoscenze in ITALIA, perché la famiglia era tutta in ARGENTINA; sono arrivato qua e appena dopo di aver trovato un lavoro mi sono presentato, io ho fatto richiesta di avere giustizia in ITALIA, perché io ho detto: io non ho avuto giustizia in ARGENTINA, voglio avere giustizia in ITALIA, ho dichiarato davanti al Pubblico Ministero MARINI e io sono completamente deluso dopo dieci anni, perché ho cambiato patria per cercare qualche forma di avere un minimo di giustizia di fronte a queste persone che hanno fatto un genocidio, una cosa incredibile, perché le persone che io ho conosciuto che loro hanno distrutto erano i... migliore dell'ARGENTINA e dopo dieci anni mi trovo che della stessa forma che là non è mai successo niente con queste dichiarazioni in ITALIA sta succedendo lo stesso. Sono stato rimandato, rimandato, rimandato, e... va bene, siamo arrivati qua, molto, molto deluso del... di arrivare a... veramente a... che queste persone almeno prima della fine della loro vita, riescano a capire quello che hanno fatto.

P.M.: suo fratello e sua madre invece vivono ancora a BUENOS AIRES?

ALLEGA L. F.: sì, sì, son tutti a BUENOS AIRES.

P.M.: grazie, non ho altre domande.

ALLEGA L. F.: e non so, volete questi documenti che ho?

P.M.: sì, chiedo la produzione della documentazione del Signor ALLEGA.

ALLEGA L. F.: perché ce l'ho anche...

PRESIDENTE: che documentazione?

P.M.: è una fotografia del "CLUB ATLETICO"...

ALLEGA L. F.: ...ci ho una fotografia del "CLUB ATLETICO", ci ho una fotografia della pianta e ci ho anche un do... che non è un documento ma noi quando ci siamo ritrovati quelli che siamo usciti dall'"ATLETICO" abbiamo cominciato ognuno a mettere i nomi delle persone che abbiamo visto, con il numero e con... con il numero e con la lettera che ci segnalava ognuno e questo quadro è un po' l'idea della manitù, perché non è che sia un elenco completo per dare un'idea di quante lettere sono passate che erano tutte dall'1 al 100 e quanti passavano e con che velocità passavano.

P.M.: ecco sì, ci spiega un po' questo, lei diceva prima, mi diedero un numero di codice K5 o 7.

ALLEGA L. F.: sì, sì, il numero esattamente...

P.M.: cosa significava cioè...

ALLEGA L. F.: significava che loro ogni ingresso, cioè il nome non c'era più, non c'era più LUIS FEDERICO ALLEGA, non c'era più nessuno, c'era allora, entrava uno era K4, il seguente che ingressava al campo era K5, il seguente K6, in più il numero di lucchetti che non era in ordine...

P.M.: sì, intendo dire questo numero progressivo...

ALLEGA L. F.: questo...

P.M.: ...per il cambio di lettera avveniva dopo quanti...

ALLEGA L. F.: dopo cento, quando si arrivava a cento, si cominciava con un'altra lettera 1, 2, 3, e per quello dico che questo dà anche l'idea della manitù delle persone sequestrate, perché il cambio era abbastanza, noi per quello dico... non è un documento però è quello che ognuno ha segnato, ci sono quattro o cinque fogli, delle persone che ci siamo trovati dopo sopravvissuti e ognuno ricordava sempre erano lettere diverse no?

P.M.: quindi in sostanza...

ALLEGA L. F.: ...quindi in ogni periodo dell'anno, lettere diverse.

P.M.: ho capito. E la sua lettera K significava che c'erano stati almeno mille internati prima di lei? Se ogni lettera ha...

ALLEGA L. F.: e non necessariamente...

P.M.: ...cento...

ALLEGA L. F.: ...in ordine alfabetico.

P.M.: uhm!

ALLEGA L. F.: cioè, erano può darsi che dopo la K, c'era la B non so, in quel senso no, però sì ogni lettera c'era dall'1 al 100.

P.M.: ho capito, grazie.

ALLEGA L. F.: di niente.

PRESIDENTE: Avvocato Gentili!

AVV. GENTILI: Avvocato Gentili. Il teste era anche teste di questa Difesa, messo anche per quello in questa veste, le domande sono state quasi tutti esaurite dall'Ufficio del Pubblico Ministero, qualche domanda integrativa, questi elenchi se ho bene inteso recano i nomi e gli pseudonimi degli internati nel campo, è cosi?

ALLEGA L. F.: sì.

AVV. GENTILI: questi elenchi che lei e alcuni amici avete potuto fare.

ALLEGA L. F.: sì, noi... questo elenco è stato fatto nell'83...

AVV. GENTILI: sì.

ALLEGA L. F.: ...è stata la prima volta che ci siamo trovati, eravamo una decina dei sopravvissuti del campo, allora ci siamo messi insieme e ognuno ha segnato lì, i nomi che ricordava o a volte non sapevamo il nome e sapevamo come era chiamato all'interno, perché a volte loro ci davano anche un... un nome di guerra, un soprannome, ossia, non so nel caso mio...

AVV. GENTILI: sì.

ALLEGA L. F.: ..."IL PINTOR", quello che dipingeva, a un altro "LA TANA"...

AVV. GENTILI: certo. Di questo elenco una parte è di origine italiana o per il nome o per dirette conoscenze vostre?

ALLEGA L. F.: eh, parecchi sono di origine italiana vedendo il cognome o tanti altri per conoscenze.

AVV. GENTILI: questi che avete potuto ricostruire nel nome e nello pseudonimo imposto nel campo quanti sono pressappoco...

ALLEGA L. F.: non lo so...

AVV. GENTILI: ...l'elenco, quan... che numero di persone ha?

ALLEGA L. F.: e... ma l'elenco, noi abbiamo fatto un elenco che saranno cinque o sei pagine con...

AVV. GENTILI: sì.

ALLEGA L. F.: ...una ventina di nomi...

AVV. GENTILI: ah!

ALLEGA L. F.: ...a pagina.

AVV. GENTILI: e va bene, chiaro, chiaro.

ALLEGA L. F.: so che adesso hanno autorizzato e ci sono elenchi più lunghi, però io questo...

AVV. GENTILI: beh...

ALLEGA L. F.: ...l'ho detto adesso, perché cioè è quello che abbiamo fatto nell'83.

AVV. GENTILI: a vostra diretta conoscenza...

ALLEGA L. F.: sì, sì sì...

AVV. GENTILI: ...quindi, sua...

ALLEGA L. F.: ...che è stato la prima...

AVV. GENTILI: ...e dei...

ALLEGA L. F.: ...la prima...

AVV. GENTILI: ...e degli amici con cui...

ALLEGA L. F.: ...primo incontro.

AVV. GENTILI: ...lo ha fatto. E' naturale la richiesta di questa difesa di acquisizione sia dello schema del campo, sia dell'elenco, altre due brevi domande: avete avuto delle conseguenze, per esempio lei ha avuto conseguenze di malattia agli occhi, in altre parti del corpo da questa sia pur relativamente breve detenzione clandestina?

ALLEGA L. F.: io conseguenze ho avuto solo agli occhi, diciamo almeno comprovate, perché sono uscito con una grossissima infezione agli occhi per le torture subite...

AVV. GENTILI: ecco.

ALLEGA L. F.: ...agli occhi.

AVV. GENTILI: spieghi perché.

ALLEGA L. F.: perché a volte anche la tortura elettrica era sugli occhi, al punto che una delle volte io credevo di essere rimasto cieco che non vedevo più niente, e ancora oggi ho dei problemi, a volte qualche trombosi agli occhi, qualche... perché sono rimasti tutti i vasi sanguigni, sono rimasti abbastanza rovinati agli occhi.

AVV. GENTILI: le conseguenze anche solo comportamentali sulla sua famiglia, su suo padre.

ALLEGA L. F.: sì, ma mio padre in una settimana ha perso due figli e in più ha perso soprattutto tutto quello che per lui era sacro da qualche forma, perché si è trovato con i militari che lui sempre pensava che era una cos... una tortura seria che... cioè, la gente onesta, seria che si è trovato con una verità che non usciva a capirla e da un'altra parte con la chiesa, lui era molto fedele e la chiesa ci ha fatto subito da parte, dicendo: "sì, i militari sono intervenuti è cosa loro, noi non ci mettiamo, stanno facendo il suo dovere"; e a partire da lì, lui che era una persona molto gioviale, è rimasta sempre chiusa, cioè non ha più o non usciva più o è rimasto... si è rinchiuso in casa fino alla morte se non...

AVV. GENTILI: non ho altre domande...

ALLEGA L. F.: ...si è abbandonato completamente.

AVV. GENTILI: ...e insisto nella richiesta di acquisizione, grazie.

PRESIDENTE: gli altri Difensori, domande? Nessuna domanda. Avvocato!

AVV. COGODI: Avvocato Cogodi, Difensore di Parte Civile. Ma una domanda, un chiarimento che riguarda un po' tutte le situazioni che vengono prese in considerazione in questo Processo, il sequestro, le torture, quali erano le cause che determinavano questo fatto in concreto, cioè le torture erano sicuramente precedute o si suppone che siano state precedute da un interrogatorio, qual era la ragione per cui coloro che commettevano questi fatti terribili, poi voglio dire, non che dovessero dare delle giustificazioni, ma perché li commettevano, cioè che cosa veniva richiesto, che cosa volevano sapere oppure quale pena intendevano infliggere al di là della generica appartenenza dei soggetti come ci viene riferito ad associazioni diciamo di carattere democratico in senso lato, cioè solo il fatto che si associassero come nel caso di specie, solo per sapere e avere notizie di che cosa succedeva ai loro amici, ecco la domanda più precisa è questa: qual era la ragione che loro, le vittime si facevano di questa situazione e che i militari o chi per loro che agiva rappresentavano per prolungare molte volte anche per anni questa condizione, non solo di detenzione ma anche di tortura ripetuta.

ALLEGA L. F.: allora, nel mio caso sì, erano preceduti da interrogatori, allora questi interrogatori erano divisi, li posso dividere in due parti una, la prima era raccontare, perché facevamo questa indagine, perché noi cercavamo di... non so, per esempio cercare un Avvocato che presentasse una richiesta di "habeas corpus" per quello che era scomparso, chi... loro ci chiedevano in continuazione chi nell'università o nelle scuole continuava a formare parte di questi gruppi chi parlava di politica, se conoscevamo qualcun altro, continuamente ci chiedevano dei nomi, nomi di amici o nomi di persone che partecipassero in questa storia politica, e in più c'è stato io ho fatto un accenno prima a questo discorso che loro hanno messo delle carte in un cassetto, c'è stato anche una... stranissima metodo di domande, perché loro mi dicevano: "te lo ricordi quello che ti abbiamo messo lì?" "sì", "allora, perché lo tenevi?" io dicevo: "non lo tenevo, me lo avete messo voi", "no, devi dire la verità" allora passavano delle ore chiedendomi su questo, quando io dicevo: va bene era mio, "no, stai dicendo una bugia, perché te lo abbiamo messo noi". Cioè gli interrogatori erano di questi due tipi, almeno nel mio caso e in altri casi, c'era gente che non so, io ricordo un caso di una coppia che pubblicava un giornale peronista contro Governo era dove pubblicavate il giornale, dove c'era la tipografia chi altro c'era con voi insieme, chi faceva le consegne del giornale, cioè ognuno era nel suo ambito, però a volte dico, tanto di questo era solo per farci diventare pazzo, perché le domande non avevano nessun senso, però le torture sì.

PRESIDENTE: Strillacci!

AVV.STRILLAC.: le faccio una domanda ovvia, lei si è mai chiesto perché fu liberato? Oppure se c'è un motivo quale fu il motivo?

ALLEGA L. F.: sì, io me lo sono domandato, parecchi anni, prima di tutto direi che la domanda doveva essere fatta a loro, perché la decisione è stata la loro, secondo credo che era... per me parte del sistema della tortura, perché liberandoci, cioè io per esempio nell'università non sono potuto rientrare come alunno fino all'83, cioè dal '77, all'83 non sono più stato accettato come alunno regolare, senza nessuna spiegazione, sul posto di lavoro dopo dieci giorni che non ero andato, mi hanno consegnato un telegramma che come non mi presentavo sul posto di lavoro ero licenziato, sulle persone che mi conoscevano, la metà diceva, c'erano quelli che pensavano più contro il Governo, diceva questo qua è un traditore perché se lo hanno liberato, è perché ha tradito, quelli che erano a favore del Governo dicevano: questo era probabilmente un guerrigliero e poi questi lo hanno sequestrato, cosicché per me io son convinto che era parte del meccanismo della tortura, uno in più del meccanismo della tortura di liberare a qualcuno, perché dopo ho fatto anche una ricerca vedendo le persone come me, a che appartenenza erano, io ho trovato che c'era gente che erano operai, che erano... gente che erano delle scuole, gente che erano anche ex guerriglieri, ho trovato di tutto tra i liberati, gente che aveva parlato, gente che non aveva parlato, ossia non ho potuto mai trovare un filo comune tra le persone liberate.

AVV.STRILLAC.: quindi dice lei, è una specie di condanna a morte rimanendo vivo.

ALLEGA L. F.: il mio pensiero è che... almeno a me l'effetto che mi ha fatto è una cosa del genere, sì, di sentirmi male per essere rimasto vivo.

AVV. MASINI: io volevo sapere invece se ha riconosciuto mai poi i suoi sequestratori, i suoi aguzzini diciamo.

ALLEGA L. F.: sì, io ne ho riconosciuti due dei mie sequestratori, che sono... adesso DEL SERRO chiamato "COLORES" e EL TURCO JULIAN e che cioè, io li ho visti, uno dei due ha fatto parte del sequestro a casa mia invece EL TURCO JULIAN è stato visto, se l'ho visto un giorno che mi sono tirato via la benda agli occhi e lui era davanti a me e io non lo sapevo che era... non sentivo niente e me lo sono trovato davanti a me che mi ha preso a pugni.E... tra le cause che ho fatto sono stati questi due anche incriminati, DEL SERRO, e sono arrivato anche al punto di fare un riconoscimento di lui in carcere e sono stato anche lì già in periodo costituzionale in ARGENTINA, sono stato trattato anche pessimamente in quel... perché sono stato io rinchiuso in cella mentre lui era fuori e lui ha fatto qualche mese di prigione, dopo è stato liberato per la "OBEDENCIA DOVUTA".

AVV. MASINI: ma volevo sapere, loro si sono mai giustificati con lei in qualche modo, cioè c'è stata mai un'ammissione almeno del fatto che l'hanno sequestrata?

ALLEGA L. F.: no, lui è l'unico che abbiamo avuto un... dialogo abbastanza violento, è con lui quella volta lì, quando io sono andato a riconoscerlo, che lui mi diceva: "ma perché tu mi fai questo - dice - io ti ho lasciato vivo, cioè, perché tu mi mandi in galera se io... in prigione se io ti ho lasciato vivo".

AVV. MASINI: un'ultima domanda: lei adesso vuole produrre queste liste, ha detto eravate in dieci no, che le avete formate?

ALLEGA L. F.: più o meno c'era il gruppo, parlo sempre dell'83 no? Quando ci siamo trovati per la prima volta.

AVV. MASINI: sa,si ricorda i nomi delle persone che hanno formato con lei queste liste?

ALLEGA L. F.: sì, e... DELIO VARRERA, MARIO D'AGOSTINO, ANNAMARIA CARIAGA mio fratello e c'era anche MARIO VIGIANI, MARCO BECHIS.

AVV. MASINI: sono solo questi che si ricorda?

ALLEGA L. F.: sì, uhm... sì, c'era qualcun altro ma non me lo ricordo esattamente, penso che... cioè io non è che lo ho portato studiandola come una prova di...

AVV. MASINI: sì, sì.

ALLEGA L. F.: cioè, soltanto che ieri sera ho pensato, in quanto l'unica prova che ho almeno io di quanti erano quelli che passavano era questa lista che è stata ricostruita in quell'epoca.

AVV. MASINI: la ringrazio.

PRESIDENTE: senta ha detto che lei è deluso per il fatto di non avere avuto giustizia ancora in ITALIA, dico, questa sua delusione non è attenuta dal fatto che il Processo quanto meno, sia pure con molto...

ALLEGA L. F.: e...

PRESIDENTE: ...ritardo...

ALLEGA L. F.: no, io...

PRESIDENTE: ...si sta svolgendo.

ALLEGA L. F.: cioè io... vengo a testimoniare e sono contento che vada avanti, però mi sono sentito diciamo di qualche forma escluso, là perché è stata fatta una scelta solo di condannare i casi più eclatanti e qua... cioè, non per me particolarmente, cioè io vorrei... sì, loro vanno in prigione e io sono contento completamente, però diciamo sono dieci anni eh, sono dieci anni da aspettare pensa... io... cioè, dell'ARGENTINA credevo che l'ITALIA in quel senso lì era molto più attiva...

PRESIDENTE: ma non... si è reso conto che ci sono delle difficoltà di carattere giuridico a che si svolgano questi processi in un Paese diverso, anche negli altri Paesi d'EUROPA non mi pare che sia riusciti a...

ALLEGA L. F.: sì, no, no, non faccio confronto con nessun altro Paese.

PRESIDENTE: ci sono questioni di carattere giuridico, non è che gli ostacoli siano dipesi da qualcuno...

ALLEGA L. F.: ah, quello non...

PRESIDENTE: ...in particolare.

ALLEGA L. F.: ...non lo so, io ho parlato solo con il Pubblico Ministero MARINI che era quello che ci ha fatto... ho dichiarato un paio di volte, mi sono trovato altre due o tre volte con lui, lui ha chiesto anche l'archiviazione in un determinato momento, noi abbiamo fatto una campagna per evitare questa archiviazione, ma non... io non sono Avvocato, cioè non... sono...

PRESIDENTE: sì, no...

ALLEGA L. F.: ...parte della...

PRESIDENTE: ...vorrei che lei si rendesse conto che ci sono delle norme che costituiscono degli ostacoli in effetti a che si celebrino processi a carico di stranieri, ci sono delle norme da applicare...

ALLEGA L. F.: uhm, uhm!

PRESIDENTE: ...che sono di difficile interpretazione insomma, noi lo stiamo svolgendo ma non è detto che la nostra interpretazione poi sia quella che venga accolta da tutti, ecco...

ALLEGA L. F.: sì, sì, la mia è una impressione...

PRESIDENTE: vorrei che lei...

ALLEGA L. F.: ...personale...

PRESIDENTE: ...si rendesse conto che non è che c'è una cattiva volontà da parte...

ALLEGA L. F.: no, no, non ho mai sentito neanche...

PRESIDENTE: ...di Autorità Italiane...

ALLEGA L. F.: ...che mi dicano non hai ragione o questo o l'altro, però voglio dire da parte mia è questo il pensiero, perché cioè quello che ho visto è troppo grosso, cioè non è un furto di macchina, che allora uno dice: "va bene, si risolve o non si risolve"...

PRESIDENTE: sì, ma nel mondo ne succedono...

ALLEGA L. F.: ...quel livello lì...

PRESIDENTE: ...di tutti i colori ancora oggi, insomma ci sono genocidi in altre parti del mondo...

ALLEGA L. F.: sì, sì, ma io...

PRESIDENTE: ...ma non è che ci sono poi a carico di quelle persone processi in altre parti del mondo, cioè ci sono obiettive difficoltà. Sulla documentazione che ci sono pareri contrari circa l'acquisizione?

AVV.STRILLAC.: sì, solo un'opposizione formale e sempre diciamo per il solito motivo, che sono comunque documentazioni non inerenti né ai fatti, né ai personaggi e né all'oggetto di questo Processo e comunque in seconda istanza mi rimetto alla Corte.

PRESIDENTE: la Corte dispone l'acquisizione dei documenti prodotti dal teste e se non ci sono altre domande, possiamo licenziare... si può accomodare!

ALLEGA L. F.: sì.

VOCI: (in sottofondo).

P.M.: io non ho testi più, dovrebbe essere chiamato l'Avvocato De Figueiredo che probabilmente sta fuori...

PRESIDENTE: sì.

P.M.: ...è lui che ha i suoi testi da sentire.

AVV.DE FIGUE.: io andrei con il primo teste.

PRESIDENTE: sì.

AVV.DE FIGUE.: che sarebbe l'Ingegner ALLEGA che è il fratello...

PRESIDENTE: facciamolo entrare.

VOCI: (in sottofondo).


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